E rieccomi di fronte al mio PC di fiducia, avariato, come tutte le
cose di fiducia, ma pur sempre in grado di funzionare, almeno
parzialmente: metto su il CD dei Tiamat ( ¨¨ il primo disco che compro
di questo gruppo, da cui ero attratto da parecchio tempo a causa del
nome, chiaramente ispirato alla Divinit¨¤ Sumera del Male fatta a pezzi
da Marduk in uno scontro letale, ora sto ascoltando la prima canzone,
e devo dire che tanto le sonorit¨¤, quanto il timbro vocale veramente
sinistro del cantante mi piacciono molto, al pi¨´ presto, legger¨° anche
i testi ) e mi preparo a raccontarvi della mia passeggiata
pomeridiana, una passeggiata che risponde a una storia vera, e che,
essendo ambientata nel centro di Torino, non poteva che cominciare con
una sinistra risata, per terminare con una risata sinistra.
Abitualmente, le mie passeggiate cominciano da Piazza Statuto, da dove
passo abitualmente per rendere un silenzioso omaggio alla statua di
Lucifero, tuttavia, oggi, proprio nel luogo in cui Corso Principe
Oddone confluisce nella piazza dedicata allo statuto albertino, una
ragazza si gira verso di me, guardando all'altezza dello ¡° Stop ¡° e
dei passaggi pedonali appena attraversati, per domandarmi ridendo: -
Ma a te sembra che l¨¬ ci sia un semaforo? - Logicamente, essendoci il
segnale, non c'¨¨ alcun semaforo ¨C E' per quello che gli suonano tutti.
Non c'¨¨ un semaforo. - Penso che il caso abbia voluto farmi incontrare
un'altra persona, appunto, suonata come me. Non ho avuto modo di
vederla bene, e si sta allontanando, allora uso i miei poteri magici
per bloccare temporaneamente il semaforo pedonale pi¨´ avanti sul
rosso, ed il tentativo riesce perfettamente, a quel punto mi avvicino
e tento un approccio con metodi alla Humphrepy Bogart, ampiamente
smentiti dalla faccia: - Qui invece il semaforo c'¨¨. - Breve scambio
di convenevoli, quindi, togliendomi il cappuccio per sentire e vedere
meglio, mi presento: - Io sono Marcello. - Intanto ho avuto modo di
vederla meglio, non ¨¨ propriamente una bella ragazza, ma ¨¨ graziosa,
capelli rossi, e guance rubiconde, il tipo di persona che piace a me:
pi¨´ rosso trovo in una donna, infatti, e pi¨´ mi piace, probabilmente a
causa delle reminescenze del mio soggiorno infernale prima di
incarnarmi: - Io sono Cinzia. -
- Sei di fretta ? -
- No ¨C Unisce le mani davanti al viso ¨C Vado a pregare. -
- Ah! In chiesa? -
- No! Noi siamo buddhisti. -
- Ah! Io invece sono Wiccan, la conosci, la Wicca? .-
- No, mai sentita, noi per¨° siamo Buddhisti laici. -
- Cio¨¦ Buddhisti Buddhisti?
- S¨¬, per noi conta molto pi¨´ la meditazione che non la preghiera. -
- Ah! Come nella Wicca, per noi per¨° ¨¨ importante anche la preghiera.
-
- Non lo so, noi riteniamo che la vita debba essere nelle tue mani, e
che nessuno possa condizionarla. -
- Proprio come noi. - Cito Crowley: - Ogni uomo e ogni donna ¨¨ una
stella. -
Siamo andati un po' avanti, e abbiamo raggiunto un altro semaforo, un
vecchio signore distintamente vestito, e pi¨´ alto di me di almeno due
spanne, probabilmente credendo che io stia molestando la ragazza ( un
tizio tutto vestito di nero, precedentemente incappucciato, con la
barba brizzolata e con una sciarpa rossa attorno al collo non ¨¨,
probabilmente, molto rassicurante se non lo si conosce ), mi si
avvicina minaccioso, lei nel frattempo si allontana correndo ponendosi
tra una coppia di quarantenni pi¨´ avanti, salutandomi e facendomi gli
auguri, che ricambio. Il signore anziano, vedendo scongiurato il
presunto pericolo, torna sulla sua strada.
Insomma, la mia intenzione pi¨´ spericolata era quella di fare
conoscenza e di passare un pomriggio insieme, eventualmente offrendole
qualcosa al bar, ma, al giorno d'oggi, con la paura che c'¨¨ in giro
dei maniaci e degli psicopatici, non posso darle tutti i torti,
specialmente considerando il mio aspetto, anche fisionomico, inoltre,
¨¨ molto difficile che due persone che si presentino subito come
aderenti a due religioni diverse, per quanto analoghe nei contenuti,
possano legare, sia pure ad un primo, improbabile, approccio.
Qualche tempo fa, un amico mi disse che io, con le donne, ho una
tecnica che defin¨¬ ¡° sfasciante ¡°: credo che oggi, io abbia cominciato
a capire che cosa, esattamente, avesse voluto significare.
Salutato Lucifero con un cenno dello sguardo, avanzo per via
Garibaldi: via Garibaldi ¨¨ una delle poche vie del centro di Torino
totalmente prive di portici, non ci sono portici in via Garibaldi, ma
su di essa si affacciano due chiese, una molto semplice, ma
decoratissima all'interno ( qui il vecchio custode mi permetteva di
suonare lo harmonium quando ero ancora ragazzino ), una decoratissima
sia all'interno che all'esterno, con tanto di statue di santi
racchiuse in nicchie che si affacciano sopra i passanti.
Passo oltre la bancarella dei libri guardando distrattamente i titoli,
non mi interessano molto, quindi avanzo verso la libreria che, essendo
il 31 Dicembre, ¨¨ chiusa. Do un occhiata ai titoli presenti in
vetrina, che sembrano disposti in una vera e propria geografia del
destino umano, da un lato, infatti, troviamo testi del tipo: ¡° E'
bello essere mamma ¡°, oppure: ¡° Viaggio nel mondo pap¨¤ ¡°. Poco oltre:
¡° Quaranta valide ragioni per non avere figli ¡°, avanzo ancora con lo
sguardo, e trovo: ¡° Come difendersi dal mutuo ¡°, poi ¡° La corretta
gestione delle risorse umane ¡° ( ¡° Risorse umane ¡° ¨¨, credo, uno dei
termini in assoluto pi¨´ spregevoli che la storia dell'economia abbia
mai prodotto, personalmente, mi sembra che identifichi una persona con
un'otturazione dentaria o con un carciofo: per intenderci, questo lo
faceva anche Carlo Marx, ma per ragioni eminentemente opposte ), e
quindi: ¡° Problematiche dell'assicurazione ¡°, guardo in basso, e
trovo: ¡° Il quaderno dei coniglietti suicidi ¡°, e ¡° Il grande libro
dei coniglietti suicidi ¡°, o qualcosa del genere: il primo ¨¨ coperto
dal secondo, e non riesco a distinguere la copertina, il secondo
invece raffigura un tostapane, con tanto di presa elettrica inserita,
con due orecchie di coniglio che escono dall'orifizio nel quale,
abitualmente, si dovrebbe inserire il toast da cuocere, sottotitolo: ¡°
Piccole storie di conigli che vogliono semplicemente farla finita ¡°. A
questo punto, contagiato dall'esasperazione maniacale del vetrinista,
voglio farmi del male, e sposto lo sguardo sulla parete a destra, dove
trovo: ¡° Storia dell'arma bianca in Italia ¡°, ¡° Il piombo di Napoleone
¡°, ¡° Strumenti di guerra ¡°, etc.
Il messaggio che chi ha creato questa opera d'arte voleva trasmettere
mi sembra chiaro: ¡° Se non volete fare figli, tutto sommato, non ci
interessa, se invece volete proprio farli, gustateveli fin quando sono
piccoli, che dopo a fargli il culo fino alla disperazione, o ad
accopparveli ci pensiamo noialtri potenti, naturalmente, con il vostro
supporto ideologico. ¡° Rinuncio a guardare le altre vetrine della
libreria, e mi allontano domandandomi quali altri fantasmi si agitino
inquieti nell'inconscio del vetrinista.
A poca distanza, c'¨¨ un posto dove, d'Estate, fanno delle ottime
granite, e d'Inverno, fanno degli squisiti semifreddi oppure un ottimo
zabajone, cos¨¬, per due Euro, acquisto uno zabajone liscio, e mi
allontano con la mia coppetta di zabajone caldo con tanto di savoiardo
per fare la buccetta.
Raggiungo un bidone dell'immondizia per potermi liberare pi¨´
agevolmente della coppetta una volta consumato il prodotto:lo
zabajone, come al solito, ¨¨ buonissimo, ma, in quella situazione, il
gusto dello stesso mi viene radicalmente guastato dal pensiero di
somigliare, per vestiario e tutto, ad un qualche primo abbozzo di
Nazgul tolkieniano immediatamente scartato, ritratto presso una
discarica di immondizie, mentre buccia il suo savoiardo dentro una
coppa di qualche misteriosa pozione proveniente da Mordor, da solo,
faccio il doppio delle pagine della ¡° Storia di un uomo ridicolo ¡° di
§¥§à§ã§ä§à§Ö§Ó§ã§Ü§Ú§Û , e quella constatazione ¨¨ sufficiente ad avvelenarmi la
merenda una volta per tutte.
Per il resto, in ogni caso, sono orgoglioso e felice di come mi vesto:
giusto per non dare adito a fraintendimenti. Ma un certo tipo di
vestiario andrebbe adoperato come si fa di una divisa dell'esercito, e
cio¨¦, con un certo contegno.
Terminata l'amara merenda, avando indiscriminatamente verso Piazza
Castello, che ¨¨ una piazza molto grande, dove si trova Palazzo Madama,
che ¨¨ il luogo in cui una volta, a Torino, risiedevano i Savoia, alla
vostra sinistra c'¨¨ un edificio molto ampio, che si raggiunge passando
attraverso un cancello guardato da due cavalieri che, di fatto, sono i
Dioscuri, che potete visitare se arrivate in orario, e che costituisce
la ¡° stanza degli ospiti ¡° che veniva delegata dagli ex-sovrani ai
nobili in visita, mentre il resto era tutta residenza savoiarda, e
copre una cospicua fetta della piazza.
Svolto verso via Roma: questa via, che, per importanza, ¨¨ paragonabile
proporzionalmente alla via Montenapoleone milanese, fu totalmente
demolita e ricostruita ai tempi del fascismo, secondo il modello che ¨¨
quello del Palazzo dell'EUR, quindi viali spaziosi, chiusi per¨° da
portici retti da pilastri grossi come macigni; quando ci passate, ci
passeggiate bene, ma ritornarvi col pensiero quando siete a casa, vi
d¨¤ un'imponente senso di claustrofobia, anche per la quantit¨¤ di
persone perennemente presenti.
Arrivato l¨¬, faccio quello che fanno esattamente tutti i single ( il
mio ¨¨ uno di quei casi disperati e convinti ), e cio¨¦ mi reco presso
un centro commerciale a dilapidare parte delle sostanze guadagnate con
il duro lavoro. In realt¨¤, si tratta di una sorta di meticcio tra un
centro commerciale e un grande magazzino destinato prevalentemente ad
una clientela giovanile, laddove trovate di tutto, dal televisore ai
DVD, fino a CD, libri, fumetti, etc.
La prima cosa di cui mi accorgo ¨¨ che, finalmente, il movimento
Gothick ha un'alleata a strisce: si tratta di ¡° Nemi ¡°, fumetto ideato
dalla norvegese ( la Scandinavia ¨¨ in prima linea nel risveglio gotico
che, assieme ad essa, sta coinvolgendo il mondo anglosassone, e che
io, assieme a sparute ma validissime band Heavy Metal ed a qualche
autore pi¨´ o meno considerato, sto cercando, secondo i miei limiti e
le mie capacit¨¤, di importare qui in Italia ) Lise Myhre ( ha i
capelli neri, ma, secondo me, se li tinge: le donne italiane cercano,
per lo pi¨´, di farsi bionde, quindi ¨¨ scontato che, per contrappasso,
le donne scandinave si sforzino di farsi brune ). Sul retro viene
descritto come ¡° un po' i Peanuts della generazione X ¡°. Impossibile!
Mi sono detto, la delicatezza, la tenerezza, la leggerezza di Charles
M. Schulz si sono dimostrate, sino ad ora, inarrivabili, figuriamoci
poi se possono essere raggiunte attraverso l'inquietudine, l'oscurit¨¤,
la vera e propria pesantezza del Goticismo: invece, svogliando il
volumetto del primo numero ( ce ne sono due, il prezzo ¨¨ spaventoso:
14,50 Euro, il primo si intitola: ¡° Cuori borchiati ¡°, il secondo,
invece: ¡° Amori metallici ¡° ), mi sono accorto che l'esperimento era
riuscito, e che, sebbene ¡° Nemi ¡° non raggiunga i ¡° Peanuts ¡°,
soprattutto a causa di alcuni elementi di gusto decisamente ¡° forte ¡°,
ma necessari in un contesto gotico che voglia farsi preciso, e di cui
Schulz non sentiva assolutamente il bisogno, data la distinzione nei
generi, ci si avvicina tantissimo, raggiungendo momenti di comicit¨¤,
ma anche di drammaticit¨¤ e di poeticit¨¤, come non ne avevamo visti da
lungo tempo.
Ho preso i primi due volumi, che hanno il fastidiosissimo difetto,
soprattutto considerato il prezzo, di dover essere letti praticamente
tenendoli chiusi, perch¨¦ diversamente le pagine si staccano come da
uno sfogliavelo, ho letto il primo per tutta la sera, e vorrei citare
qui un momento poetico del testo, sentendo gravemente la mancanza di
non poter riportare anche le vignette che lo accompagnano: considerato
il genere, sono orgoglioso non solo per l'omofonia, ma anche per
l'analogia tematica con il mio lavoro, e di aver portato il tutto a
ben altri livelli; essendo, di fatto, una traduzione dal Norvegese, mi
sono preso la libert¨¤ di riattarlo leggerissimamente per renderlo pi¨´
indicato al contesto in cui ci troviamo:
Il bambino che eri non sarai mai pi¨´.
Nessuno ritrova i sogni che lo hanno formato.
Le notti estive piene di soli verdi e serpi dorate.
Il bambino che eri non sarai mai pi¨´.
Nessuno aprir¨¤ le porte delle stanze che hai lasciato.
Qualcosa a cui tenevi ¨¨ passato, ¨¨ perduto.
Il tepore di stanze piene d'acque e di fiori.
Il bambino che eri non sarai mai pi¨´.
Non riavrai i giorni in cui l'orologio era un mistero.
Quando sapevi tutto sulla paura e sull'amore.
E le sere in cui gioco e risate ti guidavano al sonno.
Il bambino che eri non sarai mai pi¨´.
E presto dimenticherai quello che sei ora.
Mi sono accaparrato anche un blister di spille gotiche, bellissime,
d'ambientazione vampirica, e poi, prima di allontanarmi dal luogo, mi
sono recato a dare un'occhiata agli scaffali di musica Metal.
Quando arrivo, trovo a visitarli una specie di armadio: gli scaffali
dei CD Metal occupano un'intera parete ed ¨¨ diviso in tre settori
piuttosto grandi: il tizio occupa tutto il settore centrale, e,
parzialmente, gli altri due. Porta guanti borchiati ed un giubbotto di
jeans senza maniche, dietro il quale ha cucito un'ampia toppa che
riporta il Pentagramma Inverso rovesciato, circondato dai Nomi dei
Principi Infernali: per un Gothick solitario, incontri del genere sono
molto pericolosi, si pu¨° facilmente venire catturati in una setta od
organizzazione religiosa di qualche tipo, con il rischio di trascinare
s¨¦ stessi, il proprio patrimonio, per quanto modesto, e infine la
propria famiglia in un vortice di peripezie tanto pi¨´ poco piacevoli,
quanto pi¨´ ci si avvicina all'occhio del ciclone. D'altronde, intanto
voglio visitare i CD, e poi, ritirarmi sarebbe comunque tradire i
colori che porto. Mi avvicino, ed inizio a consultare gli scaffali, e
sento l'armadio che, parlando tra s¨¦, ma in modo da rendersi udibile,
inizia a fare domande: - Quale prendo? Questo o quello? - Ok, mi sono
sbagliato, la situazione non ¨¨ pericolosa, ¨¨ pericolosissima:
specialmente la musica Metal, ma anche i Giochi di Ruolo, alcuni
generi fumettistici, etc. sono facimente presi d'aggancio per
introdurvi in una comunicazione che ha, come scopo principale, quello
di tracciarvi, ossia di farvi dare i vostri dati come numero
telefonico, nome, indirizzo, etc. Tuttavia, non ho alcuna intenzione
di allontanarmi, sempre per rispetto verso ai miei colori, quindi
inizio a consultare i CD grugnendo ed annusandoli, lasciando credere
che il lato bestiale abbia ormai preso totale preminenza sul lato
umano, e funziona perfettamente, l'armadio non dice pi¨´ nulla, ma lo
guardo con la coda dell'occhio, e mi pare soddisfatto. A questo punto
sollevo il CD dei Tiamat, che ho appena reinserito nel lettore per
continuare al mattino del primo Gennaio per continuare questo
articolo, e mi allontano per raggiungere le casse, dove mi ritrovo in
coda, confuso ed in leggero stato di fibrillazione.
Desideravo che la coda si muovesse pi¨´ rapidamente, e, invece, mi
sembrava statica, volevo evitare qualunque tipo di conversazione con
l'armadio, eventualmente anche di incontrarlo, e mi sembrava che, da
un momento all'altro, potesse raggiungermi per instaurare una
conversazione che avrebbe avuto come mezzo il Metal, come fine,
presumibilmente, ben altro. D'altro canto, per¨°, lo ammiravo, lui era
un Satanista, autentico, uno che ¡° c'era dentro ¡°, io, invece, ero uno
Wiccan, ossia, potremmo dire, un cuginetto di secondo o terzo grado:
era, di fatto, proprio questa ammirazione a rendere il tutto realmente
pericoloso. Pagate le mie cose, me ne andai in preda allo sconforto, e
ad un senso di smarrimento a proposito dei miei ideali, che, comunque,
non ho fatto molta fatica a recuperare ( non si perdono mai
facilmente, purch¨¦ siano saldi ), e, in seguito, fui colto dal
desiderio da mettere una taglia per chiunque desiderasse darmi una
coltellata, possibilmente mortale, ma meditando anche sul fatto che,
comunque, non me la potrei mai permettere.
Avevo dimenticato di comprare le sigarette, cos¨¬ mi recai presso il
tabaccaio, che era molto affollato, e, mentre attendevo il mio turno
presso il bancone, a un certo punto mi ritrovai defilato rispetto alla
coda, vicino allo scaffale del cioccolato alla nocciola, in quel
momento, la posizione dei miei occhi e delle mie labbra, in generale
la posizione presa dal mio corpo, tutto dette luogo ad una scarica
emozionale immediata e sorprendente come un aereo che superi il muro
del suono, e poi si mut¨° in pensiero: - Sono un rinkoglionito! - La
realt¨¤ del pensiero e della situazione furono a tal punto esplosivi
che quasi non mi mettevo a piangere dentro il negozio, comunque feci
finta di niente, comprai i miei due pacchetti quotidiani ( quando non
sono completamente esaurito, diversamente arrivo anche a tre, ed
oltre ), e uscii.
Una passeggiata che avrebbe dovuto essere un momento di svago e di
allegria si ¨¨ trasformata lentamente in un delirio totale: riprendo
via Garibaldi, ¨¨ ormai giunto il momento di ritornare a casa, e, nel
passaggio, un tizio, con un movimento da arciere a met¨¤ strada tra un
Robin Hood smarritosi nelle strade metropolitane ed un Legolas in
cerca di un compagno Nano con cui litigare,
cerca di rifilarmi un volantino, che rifiuto con un cenno del capo.
Ormai ridotto alla disperazione, entro in un bar: non ¨¨ difficile, a
Torino, la citt¨¤ del cioccolato e dei gianduiotti, rimpinzarsi di
schifezze, cos¨¬, vedendo che il mio compagno di banco sta mangiando
una tortina con panna, ne chiedo una identica, assieme a un
cappuccino. Sono presenti anche dei bomboloni, con panna, e la
conversazione con il barista ¨¨ abbastanza surreale da riportarla:
Desidera?
- Un cappuccino e una tortina con panna.
- Queste? [ Indica i bomboloni ]
- No. Ne voglio una proprio identica alla sua. [ Indico con la testa
il piatto mezzo svuotato del mio compagno di banco, il quale solleva
la testa appartenente a lui, guarda per un po' con sguardo smarrito
davanti a s¨¦, e poi ricomincia a mangiare ].
Apro distrattamente la mia bustina di zucchero, e, quando chino gli
occhi per gettarla, mi accorgo che, unica assieme a un'altra presente
esattamente dalla parte opposta del raccoglitore, raffigura una
civetta, il che mi fa pensare che il Fato esiste in un certo modo, e
cio¨¦ che siamo noi a scegliere le influenze che ci circondano. Cos¨¬,
se immagini di vivere un fumetto, finirai per essere un fumetto.
Lascio le mie monetine sul bancone, e mi allontano, per ritornare a
salutare Lucifero, il mio Diavolo preferito, ma anche voi assieme a
Lui, con questa bella citazione dal termine del secondo volume di ¡°
Nemi: Amori metallici ¡°, che ho finito or ora di leggere
accanitamente:
¡° All'anagrafe, Oslo.
Dopo aver assistito alla puntata di oggi della trasmissione ¡° Lo stato
del regno ¡°, vi scrivo per informarvi che intendo rinunciare alla
qualifica di ¡° essere umano ¡°. Non voglio pi¨´ appartenere alla stessa
specie di chi uccide o sottopone a bestiali torture altre specie
animali per procurarsi un vantaggio economico. I Norvegesi si
scandalizzano delle guerre, dei campi di concentramento, delle
sofferenze e della morte di milioni di persone. Per¨° sfugge il nesso
con chi alleva animali da pelliccia, con chi acquista e indossa
pellicce e con la massa di testimoni passivi che ¡° sono solo animali
¡°. Ma un essere capace di provare gioia, dolore e paura non si uccide,
anche se non ¨¨ in grado di fare le parole crociate. Neanche i bambini
lo sono. Dov'¨¨ il rispetto per la vita...I miei saluti all'ufficio
delle tasse: sappiano che non avranno pi¨´ una sola Corona da parte
mia. Mi rifiuto di sostenere con le imposte un paese che permette
l'allevamento di animali da pelliccia.
Ho le vertigini per la rabbia.
Allego la mia patente, il passaporto e gli altri documenti d'identit¨¤.
D'ora in poi desidero essere iscritta in qualit¨¤ di cane, o di un
qualsiasi altro essere vivente che non eserciti la tortura
sistematica. Se sentite il bisogno di discutere questi argomenti, non
avrete da parte mia altra risposta che questa: Uoff!
Nemi Montoya. ¡°
giovedì 1 gennaio 2009
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