Nel calderone dell'indifferenza
Cuoci la tua anima e il tuo corpo,
E ti chiedi com'è restare senza
Ogni pensiero di ragione o torto,
E barcolli e ti perdi nell'assenza
Dei concetti ormai pari a un peso morto,
Ché non trovi più appoggio od assistenza,
Per far sì che mai nulla vada storto.
Galleggi come in levitazione,
Non riconosci più alcuna morale,
Che tesa a motivare ogni tua azione,
Ti doni un sorriso dagli altri,
Perché non vedi altro più che il Male,
E sguardi scrupolosi molto, e scaltri.*
**
* La gente quando non lavora, si fa cattiva, quando lavora, si fa
noiosa, quando arriva alla pensione, riesce a risultare entrambe le
cose insieme, sempre, è petulante: mi domando, di fronte a un simile
risultato, come si possa consapevolmente continuare a celebrare le
nascite.
** Il Sonetto l'ho sviluppato mentre ero sul lavoro: mandatone a
memoria il " frame " e le note a margine, l'ho poi custodito in mente
fino al momento di trascriverlo sul blog.
venerdì 2 gennaio 2009
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