Cammino tra i porticati in un tempio pagano,
tra i colonnati, tra gli spazi precisi tra l'uno
e l'altro precipizio di marmo,
e mi avvolgono volti di nuvola e mi
assalgono, volti di uomini e donne,
di chimere, gorgoni, e di spettri
notturni: si disegnano in mille
colori, si disegnano fuori e premono
contro di me.
E' una musica che segna il tempo,
una musica fatta dal tempo,
ed inizio a danzare, a sostare,
a ballare, e le epoche corron con me.
Confusioni di nubi e di stelle,
sinfonie di colori e di suoni,
circonfuse di costellazioni,
che volteggian nel cielo che c'è.
E se anche farò un passo avanti,
rimarremo pur sempre distanti,
non c'è inizio né fine, non c'è spazio
o confine, che non sfuggan nell'aria, lassù.
Ne rimane un sol soffio fluente,
che si perde, e non resta più niente,
solo un ansito perso, una rima
od un verso, che si slanciano e scendono giù.
martedì 27 gennaio 2009
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