Camminavamo mano nella mano,
e non ci accorgevamo delle capanne
misere e quasi sepolte dalla sabbia,
e dei fiumi di rabbia che vi correvano
all'interno, ma l'Inferno scorreva in rivi
di alcool e solitudine dietro i vetri dell'osteria,
mentre la vicissitudine dell'amarezza si perdeva
in un flebile canto sulla via, quando sembrava
uno scherno ogni possibile carezza regalata
dal destino, e ci era ignoto eppur vicino
il vuoto tra i mattoni dove cresceva il
muschio, quando fischiava in lontananza
un treno di storie diverse e coincidenti
all'apice dei sogni come un inno di
libertà e abbandono, era la giovinezza
il nostro dono, vissuto tra navi dalle vele
strappate e carovane cariche di buchi,
ed era un bacio
a darci il vino dell'oblìo d'ogni dolore, e
un ansito gremito d'incertezze e di calore,
ma si muoveva il mondo e noi eravamo
fermi, fantasticando d'un futuro assieme
che, come accade spesso, poi non viene.
Camminavamo mano nella mano,
e non ci accorgevamo che, presto,
sarebbe toccato a noi.
sabato 17 gennaio 2009
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