giovedì 15 gennaio 2009

Si alzò sopra di noi lo Scarabeo Sacro

Si alzò sopra di noi lo Scarabeo Sacro,
si alzò per ricordarci del nostro giardino
di fiori, e dello spezzettarsi incrociato
dei raggi di luce, del sommovimento
dei bagliori nei quali ogni giorno
ritrovo il tuo amore, dell'avvicendarsi
del grano al di sotto della mano del
fattore, del movimento sinuoso e
appariscente del presente che
ritorna per fuggire.

Si alzò sopra di noi il Sole di Mezzanotte,
e fu l'incanto degli alberi e dei rami
che ospitavano gli uccelli ed i nidi
con i canti che salivano nel cielo,
come un inno sollevato dalla Terra
di rugiada per finire a liberarsi nella
triste verità della Natura.
E si mosse ancor più in alto
la feroce predatrice, ossia l'aquila
fenice.

Che rinasce dal suo uovo e le
ceneri nel covo sono il frutto
che risorge dai suoi amori:
senza inizio e senza fine
come l'uovo e la gallina
sembra il mare della vita
che si muove. E se a volte
è impetuoso, se giammai
non ha riposo è soltanto perché
è il vento che la smuove.

Ma si alzò sopra di noi lo Scarabeo Sacro,
e sorse a ricordarci che ogni cosa
ha il suo contrario, e se vuoi farne
l'inventario scoprirai che è tutto vero:
non c'è niente che sia vero non
c'è niente che sia falso ed invece
ogni cosa è ovunque in moto, ma se
fosse il solo scopo basterebbe è sufficiente
ritrovarci tra la gente ma puntare
il nostro sguardo un po' più in alto.

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