Nauseati dal passato, dal presente,
Dalla cupa ombra del circostante,
Nauseati dalle pieghe dei palazzi,
Da fuochi artificiali, scoppi , e razzi,
Dal sopraggiungere dell'anno nuovo,
Che come un uovo s'apre all'improvviso,
Ed un'effimera gioia crea sul viso,
Ma la noia riaffiora poco dopo,
Pensando ad un ridicolo futuro,
Che, monotono e duro, già ritorna,
E storna il suo palazzo di finzioni,
Dalla mente che risorge alla realtà,
E se ne va via l'aspettativa,
Come una funivia che piano scorre,
E le stelle e le nuvole rincorre.
Ma si secca la fonte del piacere,
Al riproporsi d'un nuovo dovere,
Monotono, stancante, distruttivo,
Che segna la realtà di ciò ch'è vivo,
E la nausea riprende a volteggiare,
Pensando al lontano lungomare.
E s'affoga nella foga dell'agire,
Il sentimento assente del sentire.
giovedì 1 gennaio 2009
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