Una delle enormi responsabilità dello sviluppo occidentale, che
cominciano con il massacro dei Celti da parte dei Romani, e continuano
con lo sterminio dei popoli pellerossa e con la caccia indiscriminata
ai bisonti nelle regioni da questi occupate, volta non solo ad uno
sfruttamento minimo delle risorse da questi rappresentate, ma anche
allo scopo di indebolire anche costituzionalmente quelle genti grazie
al fatto che si trattava dell'unica risorsa alimentare carnea loro
disponibile, il che la dice lunga sulla vigliaccheria delle conquiste
compiute dagli occidentali, e di cui oggi siamo anche orgogliosi, come
lo struttamento delle malattie come il raffreddore e simili adottato
dai Conquistadores per abbattere le popolazioni precolombiane, di cui,
per altro, si fece tutto il lavoro possibile per distruggere le
culture, od i trasporti dei nativi africani su navi volontariamente e
sistematicamente private di ogni norma igienica, etc. l'elenco
potrebbe continuare, ma, per ovvi motivi, si preferisce tacere sulle
parti più disgustose della nostra storia, soprattutto perché, proprio
oggi, si comincia, almeno in alcuni luoghi, se non in altri, a dare
chiara dimostrazione che le cose stanno cambiando.
Uno dei modi in cui possiamo sforzarci di colmare questo abisso di
nefandezze, è interessarci alle culture dei popoli che, in tempi più
antichi, sono stati schiacciati, per esempio, alla cultura dei Lakota.
" In cammino con un saggio pellerossa " è un volume in cui viaggeremo
con l'autore sui sentieri e nelle praterie percorsi da questo con il
nonno, e potremo approfittare anche noi della straordinaria saggezza
di quest'ultimo: in poche pagine, la semplice ma efficace filosofia
dei Lakota viene splendidamente descritta, richiamando in non pochi
casi reminescenze junghiane o nietzschiane, come nel caso della
concezione dell'esistenza come un cerchio oppure nelle considerazioni
sull'Uomo-Ombra, manifestazione dei caratteri più negativi e
pericolosi della psiche, che vengono comunque messi a disposizione del
popolo nel caso della guerra, sulla quale, anche vengono fatte
importanti considerazioni.
Inoltre, si va dal rapporto dell'umiltà con la saggezza ( è giusto
essere umili? Se sì, in che modo? L'uomo umile ha un migliore
approccio con il suo destino rispetto alla persona più arrogante? ),
al tentativo di un'identità culturale ferita senza possibilità di
compromesso dall'invasione occidentale ( la storia si ripete? Cavallo
Pazzo o Toro Seduto non ricordano molto personaggi come
Vercingetorige? In che modo i Romani hanno segnato, aggiungerei, in
modo definitivo il processo della storia seguente? Di queste cose, in
ogni caso, il libro non parla ), fino al rapporto con gli animali, in
un capitolo straordinariamente poetico dal titolo " Il levriero ", ed
a quello differente con i lupi, che, per i Lakota, sono tutt'altro che
un simbolo del male, come per noi Occidentali. Si parla anche del modo
in cui vengono fabbricati archi e frecce, e di come questo sia un
processo perfettamente in armonia con il mondo naturale, e se la
costruzione non viene compiuta in questa armonia, l'arco si spezza, al
termine del libro, vengono fatte alcune considerazioni di grande
efficacia sulla realtà della morte.
Un volume affascinante e di rapida lettura ( dovreste riuscire a
portarlo a termine nell'arco di una serata, se avete la mente
libera ), molto informativo e nutrito di filosofia e di spiritualità,
assolutamente consigliato.
Joseph M. Marshall III
In cammino con un saggio pellerossa, testimonianze dirette di un
anziano Lakota
Ed. Il punto d'incontro
Prezzo: Euro 9.90
giovedì 8 gennaio 2009
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