Come se fosse carta scritta da un
fantasma mi appare questa brughiera
dove ogni ciuffo d'erba è un simbolo
mobile ricamato in mille sussieghi
dal vento che senza dinieghi sfolla
innumeri nuvole dalla corolla delicata
di un fiorellino slanciato e dilavato dalla
pioggia, che ogni tanto torna per bucare
vecchi rivoli e ruscelli tra le disparate
rive e il sentiero delle acque si fa
nero e inzaccherato dalle nebbie
rinserrato mentre sorge ancora il sole
ed un suo piccolo raggio ridisegna
la pianura, e si fa un po' meno scura
tutta la Divinità.
E ritorna tremante il trepestìo
del trattore che ritrae traendo
tracce nuovi intrichi e nuove
trame come travi sulla terra.
giovedì 8 gennaio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento