sabato 6 dicembre 2008

Oltre il muro del sonno: un sogno erotico-sciamanico

Vado a trovare la donna che frequento abitualmente ( e che ho rivisto
proprio questo pomeriggio, il che potrebbe significare che il sogno è
stato generato dall'ansia e dal bisogno di rivederla ): lei però non
c'è, ma mi apre quella che sembra proprio una ragazza pellerossa, con
i costumi del suo popolo, io mi arrabbio perché mi sento ingannato, ma
lei mi prende la mano accarezzandola e mi porta dentro la casa, dove
mi fa fare conoscenza con l'intera sua famiglia ( che a questo punto
non c'è dubbio, è tutta formata da nativi americani ) quindi mi porta
nella sua stanza, alle pareti della quale riscontro appesi numerosi
strumenti sciamanici, di cui ricordo bene una pelle di tigre e un
acchiappasogni, ma percepisco come tutti siano convinti che non ce la
farò e che mi addormenterò stremato dalle prestazioni della donna: a
quel punto potranno sacrificarmi a qualche loro divinità. Io però
resisto alle attenzioni ninfomaniache di lei ( aiutato dal fatto che
soffro con una certa intensità di satiriasi ), e questo mi consente
l'ottenimento delle congratulazioni della famiglia di lei. Ricordo in
particolare il sorriso compiaciuto del padre. Quindi mi lasciano
andare, scendo le scale e mi ritrovo nell'ambito della reception di un
albergo, dove sembra che io stia riconsegnando qualcosa al
receptionist. Faccio per allontanarmi, quando mi ritrovo alle spalle
il padre della donna che sembra volermi colpire con una sorta di
stecchetto bianco, che percepisco come avvelenato, a quel punto mi
giro e lo colpisco con una gomitata o con un pugno, non ricordo, in
pieno volto, dicendogli che non avrebbe dovuto sottovalutarmi, o
qualcosa del genere, e quindi scappo verso le ampie porte in vetro
dell'albergo per ritrovarmi per strada, al sicuro.
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Sono particolarmente colpito e dispiaciuto da questo sogno perché
mette in cattiva luce i nativi americani dei quali, nella vita, sono
un fervente ammiratore, ed attento studioso dei costumi, tant'è che
pratico lo Sciamanesimo e nella stanza dalla quale vi scrivo è appeso
proprio un acchiappasogni. Ve l'ho raccontato in ogni caso perché mi è
sembrato avesse qualcosa di fortemente suggestivo: non so da dove
provenga, forse da qualche retaggio genetico che si esprime in forma
particolarmente brutale nell'aspetto oscuro dell'Inconscio Collettivo.

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