Bambino divorato nella tua umanità dall'acciaio
delle macchine in turni lavorativi che non hanno fine,
bambino che hai le gambe straziate dai calcoli
ingegneristici dell'evoluzione umana, bambino fatto a pezzi
dalle falciatrici della guerra, il cui sangue ignoto urla il proprio
dolore trafitto dalle spine del grano, bambino reso gonfio
dalla fame e mangiato dagli insetti, bambino consumato
dalle malattie sparse dall'infamia delle economie internazionali,
bambino strappato all'infanzia e consegnato alle persecuzioni
dei vermi della terra, il mondo ti ha già dimenticato, mentre noi
ci affanniamo per essere ricordati.
mercoledì 17 dicembre 2008
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