Come si fa a comprendere veramente una poesia, e cioé a viverla
dall'interno? Il grande esoterista russo G.I. Gurdjieff sosteneva che
il funzionamento della psiche umana fosse ripartito in più settori:
centro motorio, centro emozionale, centro intellettuale ( in questa
trattazione salteremo l'importantissimo centro sessuale a causa della
mancata inerenza all'argomento trattato ), e che tutti questi centri
hanno una caratteristica in comune: sono pigri e non hanno voglia di
lavorare.
Molti ritengono che per capire una poesia sia sufficiente leggerla,
magari più volte: scopriremo, durante questa trattazione, che, in
realtà, non è così: leggere un intero volume di poesie di un autore
può essere sufficiente a capire il poeta, ma non la poesia, la quale
è, da qualunque autore sia scritta, e rimane, innanzitutto, un viaggio
alla ricerca di sé stessi.
Applichiamo dunque le considerazioni gurdjieffiane alla poesia,
compiendo insieme un viaggio che potrebbe farci conoscere la poesia in
modo molto diverso:
CENTRO MOTORIO – Prima serata -
Copiamo la poesia, semplicemente, così com'è, meglio se con carta e
penna ( è più faticoso ), oppure anche su foglio telematico: lo sforzo
iniziale dovrebbe attenuarsi man mano che procediamo, dando origine ad
una sempre rinnovata felicità e piacere, mentre, giunti al termine del
lavoro, potremmo cogliere un'illuminazione, come un sentimento di
gioia interiore che, alla lettura, non avevamo provato ( consiglio di
procedere a questa operazione con il poeta che è l'attuale mio oggetto
di studio, è cioé Umberto Saba: potrebbe essere veramente
rivelatorio ).
CENTRO EMOZIONALE – Seconda serata -
Prendete il testo e manipolatelo: fatene la parodia, so che sembra un
atto orribile, e, di fatto, lo è, si ha l'impressione di profanare un
Tempio, ma, in fin dei conti, dopo la musica, la poesia è in assoluto
l'arte più eterea: non contaminerete l'originale, tutt'al più, avrete
scarabocchiato un foglio riempiendolo di scemenze ( e poi, se
preferite, potete fare in modo che non lo sappia nessuno ), tuttavia,
compiendo questo lavoro, avrete assimilato le vostre autentiche
percezioni ha proposito di un autore, al di là di sedimenti critici
che non hanno nulla a che fare con la vostra più autentica Essenza,
io, a suo tempo, e nel senso della sperimentazione, feci parodie di
Leopardi, Montale, e Petrarca, ed ecco i miei risultati interiori, che
potrebbero forse infastidire qualcuno, ma a me, in questo momento,
interessa esporre le cose con la massima sincerità:
Leopardi: Mi piange il cuore, voglio smettere.
Petrarca: Che divertimento!
Montale: - Ben ti sta! -
CENTRO INTELLETTUALE – Terza serata -
Non si apprezza un “ nemico “ finché non lo si è affrontato sul
fronte: prendete ancora la stessa poesia, e fatene un calco,
attenzione! Qui non state più lavorando sul centro emozionale, ma su
quello intellettuale, non è importante che riproponiate il sentimento
espresso dall'Autore, ma che elaboriate il tema secondo la vostra
prospettiva: se si tratta di un paesaggio, parlate di un paesaggio, se
di relazioni interpersonali, parlate di quelle, se ci sono rime,
cercate di riproporne altre che stiano nel vostro pezzo, o addirittura
le medesime, se riuscite, nei limiti del possibile, utilizzate il
metro del poeta di riferimento, etc.
Ho diviso in serate questi esercizi perché ritengo che sarebbe
preferibile usarne una volta ogni 24h circa, per i migliori risultati,
e a mente fresca: certo, in tutto questo tempo avreste potuto leggere
molto più di una sola pagina, ma questa sola pagina vi avrà arricchiti
molto più di quelle, tutte assieme.
mercoledì 17 dicembre 2008
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