Presso il limite dei boschi
C'è una casa ch'è infestata,
Dai fantasmi è attraversata
Tra la nebbia e i toni foschi,
Sono andati tre ragazzi
A tentare l'avventura,
Ma dovranno aver paura,
Ne usciranno morti o pazzi,
Quando il primo fu in cantina,
Perché si sentì un rumore,
Da riempirli di terrore,
La sua morte fu vicina:
Gli si avvicinò un fantasma
Tutto bianco in superficie,
Come fluorida vernice,
E si tinse del suo plasma.
E lo spettro tutto rosso
Si portò di stanza in stanza,
Fu melliflua la sua danza,
Come se dai venti mosso.
Si portò da una donzella,
Che dormiva nel suo albergo,
Senza aver nessun usbergo,
Era dolce ed era bella,
Ma non più ch'adesso è morta,
Da quel morto scorticata,
Nella tomba se n'è andata,
E la lapide riporta
Il suo nome e le sue date,
Una foto in bianco e nero,
E dell'altre cose è vero,
Che pei vermi sono andate,
Ma quel mostro ha assorbito
Tutto il suo flusso vitale,
E si rende tale e quale,
A quei di cui s'è nutrito.
Metà uomo e metà donna,
Porta in alto una maglietta,
E pel resto non aspetta
Che di mettersi una gonna.
Ma quell'ultimo ragazzo,
In quel suo mutar lo vede,
Non resiste e quindi cede,
La sua mente e si fa pazzo.
E il fantasma sul balcone,
Vede che lui fugge urlando,
Così si diverte quando
Vede la disperazione.
Poi lo spettro se n'è andato,
Non sarà più prigioniero,
E si sa ch'è proprio vero
Che nessuno è più tornato
Dopo solo averlo visto,
Ma quei va per strada e strada,
Esplorando ogni contrada,
E su questo non insisto,
Se non che per un momento,
Guarda bene i tuoi dintorni,
E sta attento che non torni,
Quando soffia in faccia il vento.
Nel frattempo in ospedale,
Nel reparto psichiatria,
Non andrà nè mai più via,
A quel povero il suo male.
venerdì 5 dicembre 2008
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