Sono arrivato esattamente con un quarto d'ora di apertura sull'orario
di ingresso, il che significa, quando si va al Medusa, dover aspettare
un buon paio d'ore perché non si può più accedere alle sale.
Avendo portato con me il buon Stanislas de Guaita, mi sono seduto su
uno dei panettoni che stanno messi belli in fila davanti al cinema,
dopo aver ordinato e sbafato un hot dog alla ketchup, leggendomi una
ventina di pagine, e approfittando dell'occasione per beccarmi una
bella influenza allo scroto ( che, tra l'altro, continua a starnutire,
ma è meglio non entrare nei dettagli ).
Finito di leggere, son tornato dentro per un cappuccino ( ho chiesto
se facevano il latte macchiato, mi han risposto di sì, e poi mi han
battuto un cappuccino alla cassa e mi hanno dato un cappuccino, della
qual cosa mi sono accorto dopo aver finito di berlo... ) e una
ciambella ( zuccherata: le nostre ciambelle zuccherate piacciono a
tutti: Testimonial, Homer Simpson ).
Siccome mancava una buona mezz'ora, mi sono fiondato nella sala giochi
( al Medusa c'è tutto, pure i bagni che comprendono qualcosa come un
centinaio di tazze, giusto per essere sicuri che ci sia posto anche
nel caso che passi di là un esercito ), e mi son messo a giocare a un
flipper dal titolo: " Ripley's ci credi solo se lo vedi ", o qualcosa
del genere.
Poi finalmente è arrivata l'ora dell'ingresso, e dopo una serie di
pubblicità che andavano dal caffé che forma il Simbolo del Tao ( "
Equilibrio perfetto " ) a quella che ti spiega che sei una merda se
non hai una Lamborghini, e soprattutto se non la fai correre a 300 Km/
h sulle strade cittadine, riuscendo a schivare i passanti o a saltarli
passando su rampe ascendenti e discendenti, naturalmente affiancate da
strisce fiammeggianti, ma soprattutto se non porti l'orologio
propagandato dal filmato in questione, finalmente è partito il film.
In Twilight, gli ingredienti del Gotico americano non mancano, nemmeno
uno: dal confronto tra la città industriosa e il paese di provincia,
alla distanza tra la comunità vampirica e quella umana ( il film è
segnatamente ispirato al Gioco di Ruolo: " Vampiri, la Masquerade ". I
poteri dei Vampiri infatti vanno dalla Velocità, alla Forza, fino ad
una Robustezza espressa magnificamente nell'ambito della pellicola
attraverso un suggestivo effetto riguardante l'effetto della luce del
Sole sui protagonisti, i Vampiri del Sabbat si sono mutati in semplici
Vampiri cattivi, mentre i Licantropi hanno preso l'opportunissimo
aspetto di Indiani d'America confinati in riserve: questo per non
considerare la distinzione tra Vampiri " comuni " e " vegetariani " ).
Il film tratta di una toccante storia d'amore tra una ragazza dai
genitori divorziati, e dai modi perfettamente borghesi e americani,
Bella, ed un " giovane " Vampiro: Edward, dai modi aristocratici e
chiusi. Tra battute affascinanti e momenti di grande intensità
emozionale, la vicenda dei due protagonisti si snoda su un piano
sempre più ritmato al quale non mancherà un tocco di avventura finale
( mentre la partita di baseball tra i Vampiri, centrale nell'ottica
ideale del film, sembra voler riproporre i modi e gli interessi di
un'America che non esiste più ), mentre grande rilevanza assumeranno,
man mano che si procederà con la trama, i rapporti della ragazza con i
genitori.
Un film bellissimo e accattivante, un'avventura romantica come non se
ne vedevano da tempo sugli schermi, e diversa per sensazioni e
sentimenti, ma anche per qualità visiva ( non inferiore, se non di
poco, solo diversa, e moderna ) al " Dracula " di Coppola, al quale
però, almeno a mio avviso, si avvicina come per perizia tecnica, così
per intensità emozionale. Un film da non perdere, ma dal finale,
forse, un po' scontato.
mercoledì 3 dicembre 2008
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