Mi calo piano nell'oscura cripta,
Nessuno mai saprà che sono qui,
E con il mio scalpello ed i miei chiodi,
Ne colpisco il coperchio tutto attorno,
Si levano nuvole di polvere,
Quando è quasi finito il mio lavoro,
Dopo fughe di scarafaggi in corsa,
Scivolando le larve sopra i fianchi,
E un verme che si agita in un buco.
Scoperchio poi la tomba lentamente,
Davanti a me un cadavere di donna
Si mostra tutto scarno e gocciolante
Dei liquidi in gran parte già rappresi
Che dal suo corpo stanno a fermentare,
L'orbita è cava, ed è la carne marcia,
Le costole si mostrano qui e là,
E' tutta rivestita di un sudario,
Sopra di noi riposa la città.
La afferro male e come un manichino
Mi cade addosso mentre la sollevo,
E parte di quel grasso suo malsano,
Mi entra dentro gli occhi e nelle nari,
Le prendo poi le scapole e riaffermo
Il mio rigido controllo su di lei,
E fischiettando un passo di Walzer,
La faccio poi danzare assieme a me,
Un ritmo che nel mondo no non c'è.
Il suo profumo dolce e inebriante
Ben presto mi fa perdere la testa,
Ho il capogiro ed altro non mi resta
Che portare la sua bocca sulla mia,
La bacio con delicatezza e amore,
Perché il suo sguardo vuoto spezza il cuore,
E la avvicino sempre più al mio corpo,
La amo e sarebbe farmi un torto
Le sue attenzioni rifiutar per me.
Ben presto sono un maschio ed una donna
Uniti in una sola volontà,
Di lei mi vesto e sono indefiniti
Il sesso e le nostre qualità
Uniti nell'androgino perfetto
Che vita e morte unisce in un sol corpo.
Portai con me uno specchio e nel silenzio
Nutrendomi di quel verdastro assenzio,
Mi accorgo che le manca un po' di trucco.
domenica 30 novembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento