sabato 29 novembre 2008

La numerazione romana come itinerario iniziatico

I numeri romani, oltre a riassumere i concetti del Pitagorismo, che quindi torna, con la nostra tesi, a costituire un'espressione della Religione Primordiale che sfociò poi nell'Ermetismo, sono anche il primo caso storico di fumetto. Proviamo a interpretarli.

I-II-III: Un uomo si muove, presumibilmente nel mondo. ( Non ci sono croci, all'inizio: stato naturalmente soave dell'infanzia ).
IV-V-VI: Si imbatte nella croce spezzata, ossia nelle controversie, nei bisogni e nei desideri materiali, nelle corna simbolo del contrasto e del movimento: dapprima si identifica in essa, poi riesce a sorpassarla.
VII-VIII-IX: Raggiungendo la croce della consapevolezza e della conoscenza, l'uomo si allontana dalla croce spezzata: si avvicina alla comprensione della natura speculare del cosmo ( ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e ciò che è in basso è come ciò che è in alto, per compiere la meraviglia della Cosa Una ).
X-XI-XII: Dapprima si identifica nella croce ( stato d'ispirazione cristica, o conseguimento della maturità personale ), quindi prosegue nel suo percorso terreno.
XIII-XIV-XV: Nonostante la conoscenza raggiunta, il Male è ancora presente dentro di lui, così come persistono nell'ostacolarlo le difficoltà terrene.
XVI-XVII-XVIII: Armato della nuova consapevolezza, egli comprende la necessità di affrontare le sfide terrene come manifestazione della propria maturità personale, formata dalla costituzione intrinsecamente ostile del mondo. ( La Natura, lasciata a sé stessa, fallisce: questo è lo stato ordinario dell'uomo, che gli permette di affrontare la vita nei suoi canoni essenziali interiori ed esteriori: è il fondamento della religione essoterica ).
XIX-XX-XXI: La coscienza della presenza del Male nell'uomo ( il ladrone che, imperterrito, si scaglia contro Gesù dalla sua croce ); nonostanti i numerosi progressi compiuti, ancora difficoltà interiori ed esteriori: l'uomo ha compreso la sua situazione interiore, e si adopera per dominarla.
XXII-XXIII-XXIV: Il momento più difficile, i mali esteriori continuano a presentarsi in seguito alla coscienza presa del Male interiore.
XXV-XXVI-XXVII: L'uomo riesce comunque a vincere i mali esteriori e, fortificato dalla sofferenza, si impegna a raggiungere la Conoscenza di Sé e a purificarsi dal Male. ( E quindi a domare il Drago ).
XXVIII-XIXX-XXX: Giunto alla Conoscenza di Sé, l'uomo distingue da una parte gli istinti demonici, riconoscendone l'appartenenza alla terra ( o al Princeps eius mundi ), dall'altra quelli angelici, appartenenti agli stati più alti dell'uomo ( Estasi o Regno dei Cieli ), dei quali però ha solo un sentore, non avendoli raggiunti pienamente: a questo punto egli conosce i suoi scopi terreni, e può adoperarsi per compierli, avendo davanti a sé il proprio futuro come su una carta geografica. E' il ripristino della situazione edenica prima del peccato originale: l'uomo domina il Demonio, ma, a sua volta, è guidato dal Santo Angelo Guardiano, al quale potrà, in ogni caso e a sue spese, opporre un rifiuto, che troncherebbe il suo successivo percorso in senso positivo. ( E' il momento in cui si è costretti a scegliere tra il Bene e il Male ).
da...L...a...C: Questo è il percorso che porta al compimento dei doveri dell'incarnazione, la mezza croce non ha più l'aspetto delle corna della divisione perché, benché questa sussista ancora per tutto l'ambito della vita materiale, ciononostante è stata trascesa, e può aprirsi sul suo perno come una porta, permettendo di sormontare più facilmente le " V " successive, inerenti non più alla costituzione interiore dell'uomo, che ormai ha raggiunto la Conoscenza, ma solo alla natura del mondo che lo circonda: ciò lo conduce al semicerchio C, o all'entrata al Regno dei Cieli, che corrisponde non più alla Fede, ma alla Conoscenza, ovvero all'Estasi permanente o Felicità raggiunta. Chi arrivi a questo stadio è totalmente incomprensibile per l'uomo comune, e generalmente viene confuso per un pazzo ( ciò è tanto più determinato se si considera la fine fatta, nel nostro mondo, da uomini sul percorso per questo ottenimento come il Vanini o il Bruno ).
La fine del percorso è determinata dal numero M, stante per Madre, Mare, etc. e determinante le Acque Primordiali, nonché il fine ultimo della vita nell'ottenimento della Grazia Celeste nel grembo della Dèa ( che ciò significhi l'assorbimento nel Pleroma, come avverrà nei successivi culti gnostici, oppure l'estinzione dell'anima è, in questo senso, irrilevante, giacché, nel Cerchio in cui Tutto è il contrario di Tutto, è il serpente che mangia la sua coda ).

Nessun commento: