Se vogliamo capire l'uomo moderno, dobbiamo comprendere l'uomo
primitivo, in particolare in noi, ed esso si manifesta particolarmente
nel linguaggio corporeo, ad es. prendiamo la scienza del saluto:
Quando salutate a mano aperta, indicate che dentro la vostra mano non
sono nascoste armi da lancio, ciò può essere amplificato oscillando il
braccio.
Non diversamente il saluto che ci viene insegnato da bambini, e cioé
aprire e chiudere la mano, implica che non nascondiamo nulla
all'interno.
Quando sorridete, mostrate all'altro delle armi naturali: i denti,
facendo sapere che non avete intenzione di usarle in modo aggressivo.
Non diversamente, quando fate l'occhiolino indicate che potete
abbassare il senso di vigilanza ( ciò è particolarmente significativo
nel caso della presenza di un terzo al quale, più o meno
scherzosamente, non volete riferire un vostro segreto, ovvero, nel suo
caso, il senso di vigilanza rimane inalterato ).
Ciò spiega anche il saluto romano: levare la mano alzata, ma
aggressivamente, infatti, vuol dire che le armi ci sono, ma non sono
da utilizzare " inter nos ".
Per inciso, pare che gran parte della gente sia destrorsa perché
l'australopiteco utilizzava la sinistra per tenere i pargoli al petto,
mentre con la destra scostava le fronde degli alberi.
_______________________________________________________________________________
Il mondo primitivo doveva essere particolarmente ostile all'uomo:
proprio per questo, egli era costretto, col tempo e con l'errore
( prima dell'insorgere del Buddhismo in India si praticava ancora
l'esperimento scientifico sopra i prigionieri di guerra, naturalmente
non anestetizzati, il che ricorda molto l'uso più recente di
costringere i prigionieri di guerra a camminare sui campi minati ), a
classificare quanto lo circondava: erbe salutari ed erbe velenose,
animali amichevoli, utili, o nocivi, etc.
Più facilmente, si accorgeva che il comportamento col suo prossimo
poteva dare origine ad una maggiore aggregazione delle tribù e ad una
più solidificata solidarietà nei suoi confronti, oppure ad atti di
ostilità, faide, conflitti, etc.
L'uomo primitivo, insomma, era costretto, man mano che progrediva, a
tendere sempre più a una maggiore classificazione, e quindi a creare
degli insiemi, e conseguentemente, a trovare per questi stessi sempre
nuove definizioni, nonché per quanto vi era contenuto.
Ciò corrisponde allo sviluppo del linguaggio, ma anche delle facoltà
logiche. ( Ed è per questo che molto della logica aristotelica oggi è
stato ripreso nell'analisi logica delle formulazioni verbali ).
Ci si accorse che gli insiemi più grandi erano, chiaramente, quelli
che parevano contenere tutti gli altri, nonché permetterne
l'esistenza: ciò spiega la nascita dei primi déi, Urano e Gea.
Di lì, tutti gli altri passaggi delle Mitologie sottendono l'esistenza
di altri insiemi, ed il reciproco intessersi degli stessi: ad es.
Atena nasce dal cervello di Zeus, ovvero sia: lo sviluppo della
conoscenza scientifica, fomite di saggezza, non può avere luogo senza
una parallela crescita tecnologica delle arti militari ( Atena ) a
causa della natura stessa del mondo ( Zeus ).
Così per tutti gli altri riferimenti mitologici, in particolare quelli
più genuini piuttosto che alterati dal trascorrere del tempo, e dalle
invenzioni dei poeti. ( Che diventano una vera e propria genìa, sia
pure favolosa, ma perturbatrice del vero, qualora si allontanino dalla
sfera del sacro, che, in questo senso, intendo esclusivamente pagano,
come avvenne, ad es., anche nelle opere di Foscolo, Leopardi, etc. ).
In base a questo ragionamento, ci accorgiamo che la religione
primordiale dovette consistere in una straordinaria catena di
corrispondenze, che troviamo redatta, io credo parzialmente, nelle
Tavole Cabbalistiche ( Aleister Crowley, Liber 777 ), e mirabilmente
accennata nel Mondo delle Idee platonico, che, qualora fosse
ricostruita integralmente, e con cognizione di causa, sarebbe in grado
di rivelarci non solo i segreti, ivi inclusi quelli magici, della
Terra, della Vita e della Morte, ma anche gli scopi dell'incarnazione
umana ( come ho esposto in scritti precedenti tendenti a dimostrare le
evidenti omologie di fondo tra non solo le radici della Qabbalah, ma
anche opere importanti dello sviluppo umano come il Ramayana,
l'Iliade, l'Odissea e la Divina Commedia dal punto di vista artistico,
o il Libro di Abramelin dal punto di vista pratico e rituale ).
sabato 29 novembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento