Bruciammo la speranza nei fumi dispersi del nostro
passato immemore, mentre i ritmi metallici ed esasperanti
dell'ogan della desolazione sommergevano nel
sinistro trepestìo delle ansie la fievole delicatezza
delle armonie di piccole cose.
Intanto battevano i venti la tempesta delle scogliere, e
sopra aguzze rocce s'incagliarono le nostre navi dalle
vele ammainate sopra il precipizio dell'inattingibilità
del soccorso.
Il tappeto del nostro orizzonte si perdeva in arabeschi
lunari, ricucendo con il filo della luce nuovi intarsi
di stelle ogni notte, e si perdeva l'ago nel filato
delle meraviglie prive d'incertezza, e tutto sembrava
inserirsi perfettamente nell'ordito di una Maestà
inconoscibile dispersa nell'indefinita follia degli uragani,
ma rimanevano instabili e sospesi il nostro dubbio
e la nostra insicurezza come al di sopra di un
traballante tramite teso verso il nulla.
venerdì 6 febbraio 2009
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